Cari amici,
nella vita quotidiana assistiamo ad evoluzioni di ogni genere, nuove conoscenze e tecnologie soppiantano o integrano di continuo vecchi modelli, usi e strumenti. Un esempio estremo di questo fenomeno è lo sviluppo degli strumenti tecnologici come computer, tv, smartphone e affini che evolvono con un ritmo incessante. La ricerca e l’innovazione tecnologica, propulsore di questi continui miglioramenti è senza ombra di dubbio l’ingente indotto economico che la vendita di questi prodotti genera.
Qui siamo tutti amanti e allevatori di cani di razza, vi starete chiedendo cosa c’entra con noi questa semplice e scontata analisi di un fenomeno che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni? Ebbene perché è proprio di evoluzione tecnologica nell’allevamento dei cani di razza che vi voglio parlare, o meglio di un preciso strumento che sarebbe auspicabile adottare, che perseguo ormai da lungo tempo. Nel mondo cinofilo gli step evolutivi sono molto difficili e molto lenti, ma esistono e sono tangibili. Ad esempio fino a pochi anni fa le valutazioni sulla consanguineità avvenivano attraverso il confronto dei pedigree cartacei alla ricerca di antenati comuni e da questo confronto se ne ricavano delle stime grossolane e sommarie. Al giorno d’oggi, come nel CLC, siamo in possesso di strumenti molto precisi che ci permettono delle valutazioni di accuratezza assoluta come i valori di Consanguineità Totale (su tutte le generazioni fino ai fondatori) che trovate anche nelle schede del nostro Database.
Ci sono tutta una serie di caratteristiche di interesse cruciale per la zootecnia che vengono definiti Caratteri Quantitativi. Sono ad esempio il numero di nati per parto, la quantità di latte prodotta, il peso ad un certo livello di accrescimento, misure come l’altezza o altri aspetti misurabili con qualsivoglia unità di misura (numeri, rapporti, cm, kg, punti, percentuali). Tutte queste caratteristiche che si osservano negli animali sono definite FENOTIPI, e sono da considerare come risultati dalla somma o interazione del GENOTIPO (Corredo ereditario di ogni singolo individuo) e dell’ AMBIENTE, tutti quei fattori non ereditari che influiscono sullo sviluppo di questi caratteri, come possono essere l’alimentazione, l’ambiente di crescita, clima, malattie.
L’esigenza di migliorare o preservare queste caratteristiche ha portato allo sviluppo di metodi ad hoc per la valutazione dei potenziali riproduttori, valutazione che potesse tener conto (stimare) solo della componente genetica (fattore ereditabile), e poterla scremare quindi da quella ambientale (di nessun interesse per produrre miglioramento genetico). Si tratta di formule matematiche e statistiche in grado di esprimere dei valori (numeri) che indicano quanto un soggetto abbia una genetica migliore o peggiore rispetto agli altri animali, in relazione ad una caratteristica.
Esempio:
-un allevatore ha due pecore, una di 45kg (con lana eccelsa) e l’altra di 60 kg (con lana normale). Egli non sa se la differenza di peso è dovuta alla genetica, all’ambiente o a entrambi i fattori.
-se l’allevatore ha per interesse economico primario produrre pecore più grandi, è probabile che la pecora di 60 kg sia la migliore candidata, ma potrebbe essere che scopra grazie a questo strumento di stima che in realtà il valore genetico (capacità di dare pecore grandi) della pecora di 45 kg è pressoché identico all'altra, contrariamente a quello che può fargli credere la differenza di peso osservata (fenotipo), e che quindi questa differenza sia dovuta a fattori non ereditari.
-basandosi solo sul peso l’allevatore avrebbe optato per la pecora di 60kg perché in base alla principale caratteristica di selezione, l’altra era apparentemente troppo piccola, ma avrebbe perso la lana pregiata che, per quanto ipotetico fattore secondario, apporta comunque valore al suo animale.
-Appare chiaro come, grazie alla stima del merito genetico, l’allevatore è stato in grado di fare una scelta più oculata e quindi di apportare un miglioramento genetico al suo stock di animali, scegliendo la pecora di 45kg
L’esempio che vi ho appena illustrato rappresenta in modo semplice il meccanismo attraverso il quale in zootecnia da reddito si persegue il miglioramento genetico, in cui sono integrate insieme la selezione di caratteristiche primarie (legate ad una resa economica), il controllo delle patologie (che fa risparmiare) e la gestione della consanguineità e della variabilità genetica.
Uno degli strumenti usati è appunto la stima del merito genetico degli individui in relazione a uno o più caratteri quantitativi, e si chiama EBV (Evaluated Breeding Value) o in italiano VGS (Valore Genetico Stimato). Giusto per completezza, concedetemi un appunto storico: il loro sviluppo deriva dal “modello infinitesimale di Fisher” del 1918, il loro uso integrato e sistematico risale agli anni 50 negli Stati Uniti, dalla metà degli anni 70 in Europa. In tutto questo tempo hanno subito miglioramenti grazie alle tecnologie informatiche (basandosi essi su calcoli sono strettamente legati a computer e relativi software), ma nella sostanza sono rimasti immutati in quanto i risultati da essi forniti non sono mai stati superati da nessun’altra tecnologia o pratica. Neanche la spaventosa evoluzione della genomica (studio diretto del DNA) ci è riuscito, in quanto le caratteristiche quantitative hanno una componente ereditaria poligenica e complessa (molti geni che interagiscono con svariati fattori di peso e relazione tra loro). E’ opinione dei genetisti che si occupano di produzioni animali che la genomica potrà solo integrare le stime degli EBV, ma non sostituirle. Almeno in un futuro prossimo.
Veniamo quindi ai nostri cani. A quali caratteristiche è possibile applicare questi strumenti? La risposta è: moltissime!!! Altezza al garrese, qualsiasi rapporto di dimensioni misurabile in cm e valutabile in percentuali e coefficienti, ergo moltissimi tratti morfologici di costruzione. La fertilità, il numero di nati vivi per parto, il tasso di crescita…solo per citarne alcuni. Oltre a tutte queste tipologie di caratteristiche è possibile applicare gli EBV anche a patologie come la Displasia dell’Anca e del Gomito, che sono a tutti gli effetti dei caratteri quantitativi in cui vengo misurati, attraverso punteggi (risultati delle lastre, A, B, C, D, E), i relativi Fenotipi. Questi fenotipi sono, come abbiamo visto prima, risultanti dall’interazione della genetica con l’ambiente, e nel caso specifico della displasia, quest’ultimo può avere un peso tanto importante da mascherare in maniera rilevante l’effetto della genetica. Sarà facile intuire quindi che scegliere i riproduttori in base al fenotipo (risultato della radiografia) è un metodo approssimativo rispetto a quello che si potrebbe operare con la stima del merito genetico. Selezionare in base al risultato della radiografia è paragonabile all’esempio di prima, ovverosia scegliere la pecora più grande ignorando se la differenza sia dovuta più alla genetica o all’ambiente. Ci possono essere soggetti HD A che hanno un reale merito genetico non molto migliore di soggetti HD C, o HD B, altri HD A che sono veramente migliorativi e possono essere usati con soggetti peggiori che magari presentano caratteristiche di pregio e di pedigree che normalmente verrebbero perse.
Un utilizzo degli EBV non porterebbe a cancellare la Displasia con un colpo di spugna, non è una bacchetta magica. Ciò che permette di fare è sicuramente diminuirne l’incidenza, ma soprattutto fare delle scelte molto più consapevoli che permettono di integrare in maniera oggettiva la selezione per la Displasia con tutte le altre caratteristiche oggetto di selezione, e soprattutto con la gestione della consanguineità e della Variabilità Genetica.
A questo fermiamoci un attimo prima di proseguire e vedere come si ricavano queste stime (quindi capire da dove escono questi numeri magici) e come si possa fare concretamente per disporne nell’allevamento cinofilo, verrà tutto spiegato nel prossimo articolo ma è meglio fare una pausa. Prima però ci tengo a rispondere ad una domanda, che molti di voi si staranno ponendo: “ma esistono prove o precedenti dell’applicabilità di queste stime all’allevamento canino e soprattutto alle Displasie o, è un solo un teorema mai realizzato?”
-“The Kennel Club” l’ente inglese per la cinofilia (l’equivalente dell’ENCI), il più antico al mondo e da sempre all’avanguardia, ha recentemente sviluppato un sistema organizzativo istituzionale che calcola e fornisce gli EBV per diverse razze (su molte altre sta lavorando), il sistema è consultabile on-line a questa pagina.
-Diversi sono gli studi scientifici che hanno comprovato la validità di questi metodi rispetto alla classica scelta dei riproduttori in base al fenotipo delle radiografie, uno dei più importanti e completi è questo del 2013 (clicca sul testo per la versione completa), condotto su razza Pastore Tedesco in Australia. Cito solo due passaggi fondamentali:
- e nel Cane Lupo Cecoslovacco? Work in progress, coming soon!
Camatta Alessio
Articolo inserito il 04/12/2016